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Sostenibilità: moda o necessità



Sostenibilità: una parola di gran moda negli ultimi anni.

Ma cosa si intende davvero per “sviluppo sostenibile”?

Una definizione interessante è quella fornita dalla Commissione delle Nazioni Unite sull’


Ambiente e lo Sviluppo (WCED) con il rapporto Brudtland del 1987:

«Lo sviluppo sostenibile, lungi dall’essere una definitiva condizione di armonia, è piuttosto un processo di cambiamento per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali».

L’idea è pertanto quella di passare da una economia lineare, basata sullo sfruttamento di materie prime destinate a diventare rifiuto, ad una economia circolare, ossia un modello di crescita che cerca di riutilizzare le risorse senza produrre scarti o rifiuti non necessari.

Con l’obiettivo, quindi, di fornire una valutazione degli impatti ambientali generati da un prodotto viene utilizzato uno strumento di management ambientale denominato Life Cicle Assessment (LCA).


Tale complessa metodologia di analisi è basata sulla valutazione del ciclo di vita di un prodotto “dalla culla alla culla” (C2C - cradle to cradle). Si andranno ad analizzare quindi varie attività, a cominciare dall’estrazione e lavorazione delle materie prime, per passare poi alla fabbricazione, trasporto, distribuzione ed utilizzo della merce, fino al riuso, la raccolta, lo stoccaggio, il recupero e l’eventuale smaltimento del prodotto.

In ambito architettonico la procedura LCA è un processo complesso anche a causa del fatto che gli edifici sono oggetti costituiti da centinaia di componenti, materiali e servizi.


Una spinta però a tale sistema di valutazione della sostenibilità edilizia è stata data dall’inclusione del LCA nei sistemi di certificazione volontaria come BREEAM assegnando alla stessa, tra l’altro, un’importanza relativamente alta nei loro criteri di ponderazione.

Il concetto di architettura sostenibile fa riferimento alla Baubiologie (bioedilizia) nata negli anni Settanta in Germania in risposta al grande sviluppo della tecnologia che aveva sì permesso la realizzazione di materiali e apparecchiature innovative e l’affrancamento dalle risorse energetiche tradizionali, ma che aveva causato la perdita del rapporto con l’ambiente.


È quindi un ritorno alla natura e alle risorse che questa ci offre.

Il settore civile (residenziale più terziario) è fortemente coinvolto nel consumo energetico, con un contributo medio relativo alle fonti energetiche tradizionali che si attesta, mediamente in Europa, intorno al 40%.

Ma il settore dell’edilizia potrebbe essere in grado di far fronte alle sfide globali per il consumo dell’energia e per quello che riguarda i cambiamenti del clima, in quanto presenta oltre il 50% del risparmio potenziale di energia.

Quali sono quindi i pilastri sui quali si basa l’architettura sostenibile?

  • Uso limitato delle risorse

  • Basso impatto ambientale

  • Alto livello di benessere alle persone

Negli ultimi anni si è aggiunto anche il principio dell’estetica, trascurata nei primi tempi in nome dell’efficienza.

Cosa significare progettare un’architettura sostenibile?

Progettare tenendo conto dei principi della bioarchitettura significa considerare imprescindibili dal processo di progettazione alcuni elementi fondamentali quali l’orientamento, il soleggiamento e l’ombreggiamento, la ventilazione naturale, ossia tutti gli elementi presenti nel luogo specifico nel quale sorgerà l’opera.


Tale studio contribuisce alla riduzione della richiesta di energia per raffrescare o riscaldare gli immobili che potrà essere comunque reperita attraverso l’utilizzo e la gestione intelligenti delle fonti rinnovabili: sole, vento, biomasse, geotermia.

Inoltre, l’edificio dovrà essere “scomponibile”e “riusabile”, sia in termini funzionali permettendo una facile adattabilità a nuova necessità e sia utilizzando elementi e materiali che possano essere facilmente recuperati, riutilizzati e smaltiti riducendo la necessità di nuove risorse con un riciclaggio integrale o globale.

Negli ultimi anni e per il futuro prossimo, sono stati messi a disposizione ingenti investimenti per la riqualificazione sostenibile.

Ad esempio, la legge di Bilancio 2019 prevede:

  • Bonus ristrutturazioni

  • Bonus mobili ed elettrodomestici;

  • Bonus verdi

  • Ecobonus > per gli interventi di riqualificazione energetica

  • Sisma Bonus > per gli interventi di adeguamento delle parti strutturali

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